Prendendo in considerazione le esperienze scolastiche locali il dato è deprimente, parlare di gita scolastica in bicicletta è un tabù da non violare, anche perchè nessun docente tende ad assumersi una tale responsabilità.
Va da se che un'adeguata organizzazione, compresa un'assicurazione infortuni, permetterebbe di realizzare giri interessanti con maggiore tranquilittà.
Lasciando il campo della scuola, possiamo analizzare la realtà delle parrocchie.
Spesso d'estate orde di ragazzini vocianti vengono condotti in bicicletta verso località extraurbane in condizioni estremamente precarie.
La cosa ha un aspetto positivo: consente ai ragazzi di utilizzare la bici; per il resto gli aspetti negativi si sprecano.
I ragazzi vengono condotti lungo strade extraurbane senza che i loro mezzi siano stati adeguatamente controllati; non viene effettuata alcuna forma di educazione stradale e/o legata al corretto uso del mezzo bici; non si presta nessuna attenzione alla dotazione dei mezzi, al vestiario, al cibo e all'idratazione.
Detto questo, il vademecum stilato dal prof. Emilio Rigatti, noto cicloviaggiatore, ci sembra utilissimo per tutti coloro i quali volessero avventurarsi con una certa diligenza nel mondo delle gite in bici con i ragazzi.
Ecco il link al cosiddetto "protocollo Rigatti" :http://www.fiab-scuola.org/scuola-media/turismo-scolastico/71-gita-scolastica-in-bici-il-protocollo-rigatti
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